sabato 19 luglio 2008

Sono entrambi convinti che un sentimento improvviso li unì. È bella una tale certezza ma l’incertezza è più bella.
Non conoscendosi, credono che non sia mai successo nulla fra loro.Ma che ne pensano le case, le scale, i corridoi dove da tempo potevano incrociarsi?
Vorrei chiedere loro se non ricordano –una volta un faccia a faccia in qualche porta girevole? uno « scusi » nella ressa? Un « ha sbagliato numero » nella cornetta?- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.
Li stupirebbe molto sapere che già da parecchio tempo, il caso gioca con loro.
Non ancora pronto del tutto a mutarsi per loro in destino, li avvicinava, li allontanava, gli tagliava la strada e soffocando una risata con un salto si scansava.
Vi furono segni, segnali, che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa o lo scorso martedì una fogliolina volò via da una spalla a un’altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, forse già la palla tra i cespugli dell’infanzia?
Vi furono manigli e e campanelli su cui anzitempo un tocco si posava su un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno, subito confuso al risveglio.
Ogni inizio infatti è solo un seguito e il libro degli eventi è sempre aperto a metà.

Grazie G.

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