mercoledì 23 luglio 2008

New York
23/7/2008

Mi sono trasferita dall'ostello all'Harvard Club. Ora sto facendo colazione in uno dei tanti Starbucks di NY. c'è un grande dislivello in questo passaggio. Ho bisogno di una doccia. Un letto comodo. Un pò di tranquillità.
Ieri sera sono uscita con Mari, la ragazza di Panama, siamo state a cena e poi al Rockfeller Center a cercare ognuno la propria bandiera. Ho chiacchierato con lei tutta la sera in inglese e la cosa mi da un'enorme soddisfazione. NY di notte è magica. Quel cielo color argento, sembra artificiale pure quello. Poi quei palazzi. Puoi fotografarli solo fissandoti su un particolare. New York la vivi per particolari. E' troppo grande. I tuoi occhi non la possono contenere tutta. Le tue mani la possono afferrare solo a porzioni. E poi tutta questa gente che si muove, sempre, attiva, ogni giorno. NY si sveglia, a volte sembra non dormire mai. La mattina mi alzo, scendo e ancora si muove.

(...)

Vedo gente che si muove, sorride, mi dice "How are you" senza attendere una risposta, gente che vive la propria quotidianità, sola, in compagnia, ognuna con il proprio microcosmo rivestito di ruoli. Questa geografia esteriore che a volte lascia intravedere una geografia molto più intima. Una storia. La cicatrice sulla gamba di Mari. I suoi occhi tristi quando parla di Panama. Dice che non vuole tornare. Dan che si lascia andare a confessioni sulle sue scelte. Una mano sulla pancia(...). E tutto attorno continua a muoversi. Sempre c'è qualcuno che urla per la strada. La mattina una commessa prepara il caffè. Il New York times è stampato e presente all'edicola.

Ho spesso l'idea e il desiderio che il mondo possa essere trasparente. Ma poi mi dico, se lo fosse che senso avrebbe fotografare? Non ci sarebbero le luci e quelle ombre marcate che amo tanto. La gente si muoverebbe senza lasciare una scia, con corpi trasparenti la luce ci trapasserebbe, rallentando, senza lasciare traccia. Allora dico "meglio così!". Semplicemente.

Ore: 11.08 pm.
Al Whitney Museum le polaroid di Mappeltorph. Non ho mai scattato una polaroid.

2 commenti:

ale260382 ha detto...

a volte penso a quante storie ci sono al mondo, è un mondo fatto di piccole storie, e mi gira un po la testa :)

Marika Bertoni ha detto...

...condivido totalmente questa tua sensazione...