lunedì 7 luglio 2008

Cape Cod, 7 luglio 2008-sera

Non sò da dove inizare.
A volte vorrei che i miei occhi potessero registrare esattamente tutte le cose che vedo...non sarebbe importante quello che sento, risulterebbe troppo viziato dalla mia soggettività...uno sguardo oggettivo...Non può esserci sguardo oggettivo.
Prenderò spunto da Sara e inizerò a fare delle liste.
Liste di sensazioni. Liste di immagini. Liste di particolari. Liste di profumi. liste di emozioni. Liste di giudizi-non voglio giudicare, ma il mio cuore a volte reagisce.

1° giorno da sola, con la responsabilità di Lana e Amy, una macchina da guidare su strade in cui non riesco minimamente ad orientarmi, tra scaffali di supermercati che strabordano di tutto ciò che qualcuno non potrà mai avere del tutto bisogno, tra soldi facili tra le mani e sparsi per la casa-oggi ho lavato 20 dollari-ne ho ritrovati sparsi sotto il letto altri 15-ne ho spesi 80 per i piatti personalizzati-170 per la spesa che Lana e Amy hanno buttato nel carrello, ne ho altri 150 nel portafoglio sotto forma di biglietto d'entrata per andare a vedere le balene mercoledì, altri 200 credo sempre nel portafoglio per portare le ragazze all'isola domani...Ho quasi l'ansia come fossero i miei, quando poi vedo la casa di Amy e mi tranquillizzo pensando che devo mantenere il mio piede mezzzo fuori e mezzo dentro: è una follia! Devo essere imparziale. Non ci riesco. Ho accompagnato Amy a prendere le sue cose per la notte. Nella villa immensa-delle vacanze- in cui c'era solo la sorella- avrò contato almeno 5 televisori contemporaneamnte accesi, insieme ad almeno 4 stereo-sempre contemporaneamente-luci ovunque...Mi sento un'alieno, quando la prima cosa a cui penso è che è una follia, dovremmo evitare nel possibile lo spreco di energia e questa è una centrale....Ero in una delle grandi sale e mi sono venute le lacrime agli occhi...non posso non sentirmi fuori posto, faccio fatica ad essere imparziale. C'erano due cani per fortuna su cui ho riversato le mie emozioni sotto forma di coccole disperate...Non ha senso.
Siamo stati al negozio di piatti, che in realtà è un grande laboratorio dove ogniuno può scegliere il suo piatto e dipingerlo su luogo direttamente. L'ultima cosa di cui avevo bisogno era trovarmi davanti un piatto completamente bianco da dipingere. Credo di aver avuto una sorta di ansia da prestazione...-persa in una sorta di indecisione cronica sulla scelta del colore, cosa dipingere, come...Ero circondata da una moltitudine di bambini, ognuno coinvolto nella decorazione del suo piatto. Ho pensato che anchio vorrei coinvolgere i miei figli in questo tipo di attività-sarei rimasta volentieri a guardarli, invece mi sono dovuta rassegnare alla condizione frustrante di relazionarmi ad un piatto bianco fino a decidermi di coprirlo con una base arancione, su cui poi mi sono lanciata con una serie di decorazioni blu estremamente arzigogolate-psicologicamente interpretabili-concludendolo con una grande spirale celtica al centro. Alla fine ero esausta, mentalmente sopratutto.
Seconda parte: mega store. Non ho ricordi di essermi sentita così stordita la prima volta che sono stata negli Stati Uniti-seppur tuttavia la situazione fosse estremamente diversa- Ora è come se mi sentissi all'interno, ma guardassi da fuori. Io spingevo il carrello, lana e Amy lo riepivano con bevande colorate di ogni tipo, patatine, tortellini, sughi, caramelle, cereali................alla cassa automatica avremo riempito 9 borse- mi chiedo se il dottor del Vecchio sarà contento. Oggi ho iniziato a programmare anche il mio viaggio a New York, ho voglia di muovermi sui miei passi, liberarmi da questa realtà che non mi appartiene-finchè la vivo come esperienza posso trarne ogni beneficio senza lasciarmi soffocare da una sorta di claustrofobia...ma tutto questo deve avere una scadenza...New York per me sarà molto easy-viaggio con la Greyhound, ostello, caffè alla mattina, infinite camminate..ho voglia di questo...ho voglia di respirare....
Ci siamo trasferite dalla casa hippy alla casa grande perchè la stanza era cosparsa, sulla parete sopra i nostri letti, di ragni bianchi giganti. Ho dovuto recuperare tutto e portarlo nell'altra casa, questo coraggio che ti viene solo quando hai delle responsabilità, in un altra occasione mi sarebbe piaciuto fare la parte della piattola che si rifiutava di entrare in quella stanza. M.

5 commenti:

ale260382 ha detto...

Beh almeno, da quanto dicono i miti americani, in America quelli che hanno i soldi li hanno guadagnati onestamente e con fatica, al contrario di quanto succede da noi... ingiustamente magari (perchè in effetti l'esistenza di ricchi e poveri è ingiusta in sé) ma onestamente (anche se non so quanto le due cose possano andare d'accordo).
Però non ci sono mai stato, tu hai questa impressione ?

Marika Bertoni ha detto...

Ciao Alessandro! Io credo che, al di la della provenienza della ricchezza ( guadagnata o acquisita con un colpo di fortuna, e anche qui è così come ovunque) il problema sia più nel senso delle cose. La consapevolezza del valore. M.

ale260382 ha detto...

ma il denaro non ha valore in sé... ha valore in relazione a quanto ne ho e a quanto le cose costano. quindi se io ho 10 volte il denaro che hai tu non è corretto dire che per me il denaro vale un decimo ? In quel caso per me spendere 100 è come per te spendere 10 !
Ad esempio la vita di un operaio italiano apprarirà comunque una vita di sprechi a un contadino povero dell'India !
Mi rendo conto che questo può sembrare un discorso cinico, ma non lo è affatto ;)

Francesco Niccolai ha detto...

IL valore del denaro esiste nel momento in cui ogni centesimo è legato a una goccia di sudore, quindi, anche se materialmente sono solo pezzi di carta, quando compro un pezzo di pane, il suo sapore, la sua consistenza, hanno per me un significato completamente diverso da chi, senza giudicare, scaraventa ogni genere di prodotto nel proprio carrello della spesa... La mia consapevolezza non arriva fino alle persone che lavorano la terra in India ma senza ombra di dubbio rispetto molto più loro di tante altre persone.

ale260382 ha detto...

anche io ho le mie convinzioni, che sono molto decise e ragionate, però non posso fare a meno di pensare che ciò che permette un consumismo così sfrenato possa essere semplicemente il divario tra ricchi e poveri, e non la mancanza di consapevolezza... in una società come quella americana, che non è "ammortizzata" come la nostra, queste differenze di classe di sicuro colpiscono subito l'occhio
in sostanza non mi ritengo migliore di nessuno

comunque questa è una discussione molto interessante, anche perchè nessuno ha mai trovato una soluzione universale al problema, lo stesso Marx ci aveva provato ma la sua soluzione non andava troppo bene...